Le cinque porte della geografia
di L. Rocca, AIIG Veneto – lorena.rocca@unipd.it
Troppo spesso nella didattica della geografia, spazio, ambiente, territorio, paesaggio e luogo sono utilizzati come sinonimi. In realtà questi lemmi nascondono una ricchezza semantica e concettuale enorme ed indicano strade didattiche differenti che sono in grado di arricchire la pratica disciplinare. Per delineare queste vie si userà a lezione la metafora delle porte aperture, vie di accesso che conducono a percorsi che internamente si intrecciano, ma che hanno inizio da un preciso punto di vista: quello geografico.
Prima porta: lo spazio.
Questa via è da sempre oggetto della geografia e rappresenta la materialità prima, la complessità originaria, il punto d’avvio con il quale l’uomo si trova a fare i conti prima di agire, prima di trasformare ciò che tocca in territorio.
Sul piano educativo l’intelligenza spaziale si esprime attraverso “la capacità di percepire il mondo visivo con precisione, di eseguire trasformazioni e modifiche delle proprie percezioni iniziali e di riuscire a ricreare aspetti della propria esperienza visiva, persino in assenza di stimoli fisici rilevanti”.
Seconda porta: l’ambiente
Assieme allo spazio, l’ambiente offre all’uomo una serie di vincoli e di possibilità ovvero una gamma di opportunità per il suo agire. La parola “ambiente” deriva dal verbo latino “ambio” (amb: attorno; eo: andare) e si traduce nel significato di stare attorno, circondare e permeare.
Nella didattica si possono quindi individuare tre momenti significativi:
• una didattica sull’ambiente che evolve verso una didattica nell’ambiente, in cui l’aula viene decentrata e connessa al territorio;
• una didattica per l’ambiente che caratterizza la “Fase dello sviluppo sostenibile” e la riflessione sulla pressione umana sugli ecosistemi e sulle risorse, sull’effetto combinato del cambiamento climatico e dei processi economici globalizzanti, sulla configurazione geografica dello sviluppo umano, sull’autosostenibilità locale e sul riconoscimento delle diversità culturali;
• una didattica rivolta alla diversità biculturale ovvero alla valorizzazione e scoperta delle diversità culturali e delle specificità locali viste quali fattori importanti per lo sviluppo.
Terza porta: il territorio
Il territorio è lo spazio antropizzato, frutto dell’azione dell’uomo, che rispecchia la logica del suo agire. Attraverso la geografia dei processi territoriali è possibile individuare i percorsi identitari di una determinata società, riconoscerli e da qui valorizzarli. Il focus è dunque sugli attori e sui processi che modificano lo spazio trasformandolo in territorio. La geografia è da intendersi così come la forma territoriale dell’azione sociale in cui è centrale il ruolo degli attori e l’attenzione alla soluzione di problemi sociali, economici e politici.
L’attenzione didattica deve essere rivolta quindi alla molteplicità di soggetti e di attori coinvolti nello studio delle relazioni uomo-territorio.
Questo nuovo focus offre una geografia sempre più orientata a fornire elementi per la soluzione di problemi sociali, economici e politici, sempre più stretta alle riflessioni sulla sostenibilità (Dematteis, 2008).
Quarta porta il paesaggio:
Il paesaggio, secondo la Convenzione Europea sul paesaggio, “designa una determinata parte di territorio, così com’è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. Una didattica sul paesaggio è quindi centrata sulle percezioni, sulle emozioni, sull’evocazione sia di esperienza dirette che indirette. È una didattica che coinvolge e fa appello all’immaginazione personale più che alla descrizione oggettiva degli artefatti presenti sulla superficie terrestre o alla ricerca di leggi e fenomeni che guidano gli eventi.
Quinta porta: i luoghi.
“…se pensiamo allo spazio come ciò che consente il movimento, allora il luogo è pausa; ogni pausa nel movimento crea le condizioni perché la collocazione sia trasformata in luogo”. (Tuan 2003, p.6)
Il luogo è uno spazio vissuto, ed il suo significato non deriva dalla collocazione, dal posto fisico che occupa, ma dall’essere centro profondo dell’esperienza umana.
Il luogo quindi è costantemente “agito”, il suo significato è costituito da persone “che fanno cose”: sé e luogo sono reciprocamente costitutivi, non c’è luogo senza sé, né vi può esserci sé senza luogo.
In conclusione l’apprendimento Geografia l’importante è non dimenticarsi che dietro a una porta c’è un cammino didattico da compiere.
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