Anche quest’anno, in occasione del 59° Convegno nazionale dell’AIIG,  l’associazione propone dei momenti di formazione rivolti esclusivamente agli insegnanti.

Le officine didattiche quest’anno si svolgeranno presso la Sapienza Università di Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia, Sabato 1 ottobre 2016, dalle ore 9.00 alle 13.00.

Info e iscrizioni: http://aiig.it/convegno-2016/ oppure, direttamente in loco.

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Di cosa stiamo parlando?

Le Officine Didattiche sono lo strumento che l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia ha individuato per promuovere la formazione docenti.

Esse rappresentano un momento di confronto, riflessione e sperimentazione geografica, caratterizzato dal coinvolgimento attivo dei partecipanti (massimo 25 per officina). Ogni officina didattica è coordinata da un facilitatore il quale ha il compito di guidare le attività e favorire il confronto all’interno del gruppo.

Le Officine Didattiche si svolgeranno nell’ambito del 59° Convegno Nazionale AIIG e saranno introdotte dall’intervento intitolato “Geografie inclusive del quotidiano” di Alex Corlazzoli e Stefano Malatesta. Corlazzoli è maestro, giornalista e scrittore con grande esperienza e capacità di narrare la geografia di oggi. Rappresentata uno dei più attendibili e attenti corrispondenti italiani della scuola. Si interessa anche di politica e mantiene questi due interessi intimamente connessi ai luoghi e alla pratica geografica quotidiana che lui stesso definisce “di resistenza”. Il suo intervento sarà impreziosito dall’esperienza di Stefano Malatesta, professore presso l’Università Bicocca di Milano e attento ricercatore ed esperto delle geografie personali dei bambini.

Dopo il dialogo, i partecipanti si divideranno nelle diverse officine e saranno chiamati a mettersi in gioco in alcuni dei moltissimi linguaggi geografici del quotidiano. Ecco la lista delle officine didattiche a cui si può partecipare:

1) Fotografia (T. Gilardi)

2) Narrare lo spazio (A. Alaimo e S. Aru)

3) Investigazione (F. Zonetti, R. Mastrolorenzo e E. Marini)

4) Disabilità (A. Caruso, N. Medina e G. Zanolin)

5) Suoni (L. Rocca)

6) Cibo (A. Boggia, F. Pagano)

7) Emozioni (C. Giorda)

8) GIS e geotecnologie (D. Pavia, D. Gallinelli e A.M. Latorraca)

9) Visita alla Moschea di Roma

È possibile iscriversi, nel limite dei posti rimasti disponibili, il giorno stesso presso la segreteria del convegno. Vi aspettiamo!

Il comitato organizzatore del 59° Convegno Nazionale AIIG.

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  1. FOTOGRAFIA

Thomas Gilardi (Università degli Studi di Milano, AIIG Lombardia).

Una fotografia dice più di mille parole! Chi non si è trovato d’accordo con quest’affermazione almeno una volta nella vita? Molti docenti e studenti la confermano quotidianamente anche a scuola. Viviamo in una società in cui le fotografie hanno sempre più spazio e la loro forza è tale che spesso sostituiscono un intero testo, ma il loro linguaggio lo impariamo spesso da autodidatti. Imparare a realizzare un’immagine fotografica è un’esperienza molto utile per imparare a conoscere la realtà. La fotografia è una pratica che riguarda molti e quasi tutti usano una macchina fotografica (almeno quella inclusa nel cellulare) con molteplici funzioni. Ma sappiamo fotografare davvero? Forse per riprendere dei ricordi è sufficiente quello che già sappiamo fare. È sufficiente anche per conoscere i luoghi e comunicarli agli altri? I luoghi possono presentare caratteristiche più o meno fotografabili. Ma se si immagina di fotografare questi luoghi usciranno immagini che non definiranno dei luoghi, ma parleranno delle condizioni che abbiamo ripreso.

Com’è possibile fotografare l’urbanizzazione? È un concetto astratto che non si fotografa, ma che può essere raffigurato in una personale interpretazione di quelle condizioni. Così se ci si limita ad etichettare un fenomeno ci si intende meno; mentre se lo si fotografa ci si intende maggiormente. Come usare tutto ciò nella didattica? Fare una fotografia ci permette di descrivere una situazione e non di definirla; e se si vuole essere più incisivi è possibile descrivere le sue conseguenze e le emozioni che ciò ci provoca. Ma di questo parleremo al workshop.

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  1. NARRARE LO SPAZIO

Angela Alaimo (docente scuola secondaria, Vice-presidente AIIG Trentino Alto- Adige)

Silvia Aru (Università di Cagliari, AIIG Toscana).

Quanti modi abbiamo per dire la terra? Parole, immagini, odori, colori e suoni accompagnano il nostro modo di essere nello spazio che si costruisce giorno dopo giorno attraverso la costruzione di relazioni.

Uno degli obiettivi dell’insegnamento della geografia è quello di insegnare a “dire la terra” in una dimensione multisensoriale. Eppure, nonostante questo, spesso la lezione di geografia si riduce ad una mera descrizione visiva dello spazio, tralasciando la dimensione dell’esperienza vissuta. Cosa succede se abbandoniamo per un attimo la vista e ci focalizziamo sul nostro modo di sentire i luoghi della nostra vita? Possiamo forse scoprire i molteplici modi di narrare lo spazio che non prescindono da chi lo vive e lo attraversa?

Questo laboratorio ha l’obiettivo di presentare agli insegnanti alcuni strumenti di narrazione (il diario, le interviste, le mappe mentali, i video) utilizzati nella ricerca territoriale così come in specifici progetti didattici, entrambi volti alla sperimentazione di nuove narrazioni possibili dello spazio geografico. L’obiettivo è far scoprire ai ragazzi la molteplicità delle forme narrative che costruiscono i luoghi della nostra vita, fatti di materialità ma anche di rappresentazioni continue, capaci di plasmare lo spazio rendendolo unico. Questo approccio è in grado di ripristinare quella relazione di cura e amore fondamentale per ogni educazione geografica.

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  1. INVESTIGAZIONE

Fabio Zonetti (e42.it Cartography Website Roma)

Raffaele Mastrolorenzo (Associazione Geografica per l’Ambiente e il Territorio)

Emanulea Marini (Associazione Geografica per l’Ambiente e il Territorio)

 

Presentazione del progetto didattico “Gli spazi migranti: rappresentare la città come laboratorio di cittadinanza”: realizzato nel febbraio 2016 in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore “Via Lentini 78” Pertini Falcone, ha previsto il coinvolgimento di oltre 50 tra alunni e alunne delle classi seconde e terze.

Il percorso didattico di questo progetto ha determinato l’avvicinamento a concetti geografici chiave come lo spazio, il luogo e la rappresentazione, relazionati alla questione delle migrazioni. Gli studenti hanno riflettuto sulla possibilità di costruire diverse rappresentazioni della realtà come carte geografiche e mappe mentali a confronto, rappresentazioni visive statiche e in movimento, tentando di addentrarsi in un universo fatto delle molteplici sfaccettature dell’azione umana, la cui esplorazione consente di orientarsi non tanto nello spazio fisico, ma nella complessità del mondo contemporaneo. Dalle esperienze dirette sul campo gli studenti, suddivisi in gruppi di lavoro, hanno prodotto del materiale (testi, mappe, fotografie, testimonianze dirette) che è risultato utile per ricostruire il percorso effettuato e per raccontare i luoghi analizzati.

Nella dimensione urbana e all’interno dei territori etnicamente connotati, lo spazio pubblico diventa lo scenario principale per indagare il contatto, la coabitazione e la socialità tra culture. Si tratta di una realtà non precostituita, dove si articolano gli interessi comuni e si manifestano le differenze; pertanto l’interesse per lo studio degli spazi pubblici risiede, da una parte, nelle nuove caratteristiche materiali che essi assumeranno, dall’altra, nel fatto che rappresentano luoghi privilegiati dell’interazione tra attori sociali e la dimensione urbana.

Ai partecipanti coinvolti saranno forniti gli strumenti per analizzare in che modo gli spazi pubblici vengono trasformati dalle collettività migranti. Obiettivo del progetto è l’avvio di una riflessione sull’importanza dei luoghi condivisi per attivare un dialogo interculturale, luoghi in grado di favorire il senso di appartenenza e un inserimento socio-culturale, sia dei migranti sia dei nati in Italia da genitori migranti.

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  1. DISABILITÀ

Angela Caruso (Università di Chieti, AIIG Abruzzo), Nicol Medina (AIIG Lombardia), Giacomo Zanolin (Università di Milano, AIIG Lombardia)

La società di massa globalizzata stimola processi di ibridazione culturale derivanti dai sempre più frequenti scambi tra persone appartenenti a comunità etnico-linguistiche e culturali differenti. La geografia non dimentica di sottolineare l’importanza degli approcci interculturali ma, nel tentativo di gestire la crescente complessità delle relazioni socio-territoriali, tende spesso a trascurare il ruolo della disabilità come componente fondamentale di tale diversità. Anche la didattica della geografia tende a sottovalutare la potenziale importanza di una riflessione volta a indagare le potenzialità del proprio linguaggio disciplinare, come strumento in grado di favorire l’inclusione di studenti disabili, non solo all’interno dei gruppi classe, bensì anche nella società. Essa possiede infatti per sua natura input inclusivi grazie al suo carattere pratico, laboratoriale, interdisciplinare e di forte impatto motivazionale.

L’officina avrà l’obiettivo di esaminare metodologie e tecniche didattiche idonee a realizzare la migliore inclusione di allievi “diversabili”, a ogni livello di istruzione e formazione, in relazione alla conquista di competenze geografiche di carattere spaziale e territoriale. Lo scopo sarà di riflettere sulle potenzialità connesse alla valorizzazione di ogni diversità come risorsa, anche in geografia; in tale direzione verranno proposte e analizzate: normative, pratiche inclusive, metodologie e strategie innovative, risorse tecnologiche.

Verranno proposte attività didattiche in aula, ma si rifletterà anche sulle potenzialità del linguaggio della natura, scoperta ed indagata direttamente sul campo, come occasione per rafforzare capacità e competenze individuali. Gli spazi naturali, visti non solo come sedi didattiche, ma anche come occasioni di apprendimento, offrono la possibilità di costruire strategie forti soprattutto in relazione alla disabilità, poiché la possibilità di interagire con la natura stimola l’attività esplorativa e facilita il potenziamento di specifiche abilità, indispensabili nelle pratiche inclusive quotidiane.

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  1. SUONI

Lorena Rocca (Università di Padova e Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, AIIG Veneto) e Alessandro Fagiuoli (primo violino Quartetto d’archi Paul Klee, musicista e docente di Violino e Musica da Camera presso il Liceo Musicale di Padova).

 

 

Il suono, patrimonio immateriale riconosciuto tale dalla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Intangibile (2003), si costituisce quale segno dei luoghi, potente simbolo sociale e motore di identità territoriale, campo di tensione semantica che contribuisce a definire il particolare genius loci di un territorio e di un paesaggio.

Nell’officina didattica una sfida: esplorare, scoprire, rappresentare i luoghi non dal “punto di vista” dell’esperienza visiva, ma dal “punto d’ascolto” con l’idea che l’emozione legata al sentire è un’eccellente canale di fissazione anche dell’apprendimento.

Le “cartoline sonore” che saranno proposte giocano essenzialmente sul mutevole equilibrio della triangolazione tra autore, interprete e ascoltatore nel passaggio dalla “geostruttura” (la visione geografica) al “geogramma” (le immagini, i paesaggi della mente) (Raffestin, 2010).

Centrale lo speciale punto di vista dell’interprete (A. Fagiuoli) capace di manipolare i suoni (o oggetti sonori) e in grado di disegnare luoghi – talvolta geografici, talvolta immaginari – in un viaggio sorprendente di evocazione, fantasia ed immaginazione che ben si adatta a sviluppare competenze geografiche di lettura del paesaggio. Sarà interessante riconoscere le confortanti sonorità appartenenti ad un dove e un quando ma anche stupirsi di fronte al meticciamento sonoro (ma anche paesaggistico). A noi l’adottare l’atteggiamento di “contemplazione” acustica che va oltre il riconoscimento della precisa organizzazione di figure stilistiche (melodie, ritmi, timbriche, versi…) e del riconoscimento di un quadro cronotopico e si apre, a partire dal DNA del nostro essere territoriale, allo straordinario potere che ha la musica di stimolare la dimensione intuitiva proponendo fantastici percorsi nello spazio e nel tempo.

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  1. CIBO

Angela Boggia e Francesca Pagano (Università degli Studi di Bari, Sezione AIIG Puglia)

Tutti pensiamo al cibo come strumento per soddisfare i nostri bisogni. Ma che valore diamo al cibo? Quale significato può trasmettere una pietanza o un ortaggio?

La didattica della geografia mira anche a questo, a saper riconoscere e apprezzare ciò che mangiamo.

Questa officina cerca di illustrare attraverso dei laboratori esistenti come può la geografia e la didattica far conoscere a studenti ed insegnanti il modo di relazionarsi al cibo, conoscendo gran parte di ciò che mangiamo. Il linguaggio del cibo è una tematica importante per comprendere i passi che si stanno affrontando negli ultimi anni in materia di alimentazione e benessere.

Molte volte si tende a tralasciare nelle scuole tali argomenti perché si ha poco tempo di svolgere attività teorico/pratiche quali la conoscenza e il buon uso del cibo.

“…la storia dell’alimentazione scorre in stretta sintonia con le altre storie, le determina e ne è determinata…”                                       (Massimo Montanari)

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  1. EMOZIONI

Cristiano Giorda (Università di Torino, Responsabile Nazionale AIIG per la formazione decenti).

Sembra facile, perfino necessario. Chi non ha provato delle emozioni nei luoghi, attraverso i luoghi, grazie ai luoghi? Però la geografia scolastica, spesso anche quella accademica, le evitano le emozioni, fanno finta di niente. Le emozioni non sono oggettive, non sono misurabili, non sono valutabili. E se invece lo fossero? Non cambierebbe niente, Perché il primo motivo del loro evitamento è che fanno paura. E che non sappiamo come gestirla. Non sappiamo bene nemmeno come gestire la gioia, l’attrazione, l’empatia, la tristezza. Eppure i luoghi possono fare paura, dare gioia e tristezza, attrarre, respingere. Così per paura della paura ci perdiamo anche la gioia della gioia.

Questa officina cerca di rimettere le emozioni al loro posto, di riconoscere il loro ruolo tra noi e i luoghi, tra i luoghi e la vita delle persone. E di facilitare gli insegnanti nel trovare un posto alle emozioni anche nelle loro lezioni di geografia, riportando questa materia ad uno dei suoi compiti più importanti: aiutare le persone, da 0 a 99 anni (e che dopo) a costruire relazioni con la Terra, a capirle, a condividerle.

“Parliamo allora di una geografia che nasce da un rapporto prerazionale (empatico ed estetico in senso lato) con le cose, che si nutre di sentimenti e di emozioni, che aspira all’ignoto, al meraviglioso”.

Giuseppe Dematteis

(Professore Emerito, Socio d’Onore AIIG).

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  1. GIS E GEOTECNOLOGIE

Diego Gallinelli, Anna Maria Latorraca, Davide Pavia (Università La Sapienza di Roma, Consiglieri AIIG).

 

L’evoluzione dei Sistemi Informativi Geografici è un fenomeno vivo, che dagli anni ’60 del secolo scorso ha iniziato a fornire input per la ricerca, la gestione intelligente di fenomeni antropici e naturali e solo successivamente per la didattica, sebbene i GIS abbiano enormi potenzialità a tal riguardo. Gli ambiti applicativi variano dal monitoraggio del rischio ambientale alla gestione delle reti infrastrutturali, dal geomarketing alla geografia storica, e così via, dimostrazione della versatilità di uno strumento la cui diffusione è agevolata anche dalla maggiore disponibilità di dati e di risorse: la direttiva europea “INSPIRE” (acronimo di Infrastruttura per i Dati Spaziali Europea) del 2007 ha infatti indirizzato gli stati membri dell’Unione ad una libera condivisione dell’informazione geografica di matrice GIS, oggi facilmente utilizzabile grazie ai tanti software open source messi a disposizione dalla vasta comunità di libere organizzazioni internazionali. L’utilizzo di questi strumenti è dunque alla portata di tutti coloro che vogliano interessarsene, nelle diverse modalità che questa officina didattica intende discutere e commentare. L’officina intende così andare incontro anche a evidenti esigenze didattiche, in quanto la mancanza di conoscenza sui software, sui dati e sulle basi territoriali accessibili gratuitamente tende a frenarne l’uso e far registrare evidenti ritardi rispetto ad altri Paesi.

 

 

Vi aspettiamo!

 

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